50 anni di faccette nere: il 10 ottobre 1975 nasceva la critica gastronomica sul Corriere d’Informazione

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di Massimo Iaretti

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Niente paura per chi legge il titolo: l’accenno alle faccette nere non è un ritorno al colonialismo o al reducismo. Le faccette nere non sono quelle delle piccole abissine come si cantava ai tempi della guerra d’Etiopia ma quelle con le quali un allora giovane giornalista del Corriere d’Informazione ‘bocciava’ i ristoranti che aveva visitato….

Parliamo di Edoardo Rapelli, oggi maggior esperto e cultore di giornalismo gastronomico in Italia e non solo. Ma vediamo dalle sue stesse parole come nacque esattamente cinque decadi fa quello che divenne poi un vero e proprio appuntamento fisso e come Raspelli venne ‘catapultato’ in questo mondo dalla nera dove aveva iniziato con il delitto della Cattolica, con la giovane Simonetta Ferrero massacrata a coltellate in un bagno dell’università del Sacro Cuore da una mano assassina ancora oggi impunita.

“Uno dei vice capo cronisti attraversò tutto il salone al secondo piano di via Solferino 28 e gli disse “ Raspelli, c’è un padulo . Non sai che cosa è il padulo ????!!! Un uccello che vola nel c… Vai dal direttore, ti vuole parlare.
Non ricordo se era Mario Perazzi, cognato di Oriana Fallaci, o Franco Damerini, papà di Leo per anni colonna della comunicazione di Mediaset- racconta Edoardo Raspelli- ma so che bussai tremante alla porta a vetri dell’ufficio di Cesare Lanza. Chiarissime le parole, gli ordini del direttore del CORINF: da oggi, oltre alla cronaca nera, vai al ristorante, mangi, paghi ( che poi ti rimborsiamo noi) e ne scrivi, però voglio anche i ristoranti cattivi”.

L’altro giornale milanese del pomeriggio, La Notte, era diretto dal grande Nino Nutrizio che aveva inventato la seguitissima pagina quotidiana con i voti, le pagelle, dei film. Il Corriere d’Informazione con un obbediente Raspelli, il 10 ottobre del 1975 cominciò a dare i voti ai ristoranti con una pagina che da settimanale divenne quasi quotidiana e che fece raddoppiare le vendite.
Un voto all’ambiente ( da 1 a 3 forchettine), un voto per la cucina (da 1 a 3 stellette) più un faccino sorridente per il locale particolarmente tranquillo, bello, invitante.

Fino ad allora Raspelli si era occupato di cronaca nera in quei terribili Anni di Piombo: l’omicidio di Simonetta Ferrero all’Università Cattolica proprio nel suo primo giorno di lavoro, il 26 luglio del 1971 (Raspelli aveva appena compiuto 22 anni), l’assassinio del commissario Luigi Calabresi il 17 maggio del 1972, i tragici rapimenti di Cristina Mazzotti e di Carlo Saronio, l’assassinio di Sergio Ramelli (proprio davanti a casa di Raspelli, nella stessa  via Amadeo dove abitava lo studente) o di Fausto ed Iaio al Casoretto…

Si era messo in luce ”gastronomica” però, confrontando ogni edizione della Guida Michelin pubblicando anche i ristoranti bocciati che la “sguida”, allora, si guardava bene dall’indicare.

Primo in Italia e terzo al mondo (non lo si sapeva ma in Francia, due giornalisti, Henry Gault e Christian Millau, davano voti anche negativi) Edoardo Raspelli aveva creato la critica gastronomica.
Prima di loro, agli inizi del 1900, il tedesco Hans Barth aveva scritto (con la prefazione di Gabriele D’Annunzio) solo di buoni locali nel suo Osterie d’Italia, Luigi Veronelli usciva con la Guida all’Italia Piacevole (e solo quella)…

Pochi mesi dopo, il 13 febbraio 1976, ecco apparire il Faccino Nero dedicato da Edoardo Raspelli al peggior ristorante della settimana.

Da qui querele (tutte vinte), telefonate anonime, minacce, una corona da morto sotto casa e perfino la condanna a morte che gli aveva decretato un singolare “ristoratore” cui Edoardo Raspelli aveva riservato l’ennesimo suo ”Faccino Nero”, il ristorante
La Vecchia Milano, sulla cerchia dei Navigli, il cui patron era il boss della malavita Francis Turatello…
Man mano, poi, Edoardo Raspelli, oltre che nel peso si è allargato nel lavoro e nella notorietà: dal CORINF e dal Corriere della Sera ai ristoranti sul Gambero Rosso, autore e poi anche curatore della Guida ai Ristoranti dell’Espresso, centinaia di articoli per La Stampa , Repubblica ed i 12 quotidiani locali collegati in digitale, RAI 1 RAI 2 e RAI 3, Rete 4 e Canale 5, scrivendo  la grandezza di un Massimo Spigaroli, enfant prodige a Polesine Parmense e creatore della fama mondiale del Culatello di Zibello, al suo FERRAN ADRIA’: 22 PIATTI DI DELUSIONE al racconto della sua esperienza da cameriere sulla riviera romagnola per la Domenica del Corriere… fino ai giorni nostri, sempre in attività voce e penna molto ascoltata nel settore e punto di riferimento per tutti i colleghi..

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