di Alessandro Signorato, presidente associazione A Difesa del Teritorio

Sul fenomeno del bullismo non possiamo più tacere.
Il mese scorso a Latina, il giovane Paolo Mendico, quattordici anni, ha deciso di togliersi la vita, dopo essere stato preso di mira da alcuni compagni di classe. Un’altra vittima del bullismo, quella bestia silenziosa che continua a colpire, troppo spesso nell’indifferenza generale.
La scuola in questo caso, dovrebbe essere un luogo di accoglienza, crescita e protezione. Per Paolo, invece, era diventata un ambiente ostile, dove sentirsi giudicato, escluso, vulnerabile. È inaccettabile che un ragazzo, nel pieno della sua adolescenza, arrivi a pensare che non ci sia più spazio per lui nel mondo.
Non possiamo limitarci alla commozione del momento. Serve un impegno collettivo: delle famiglie, delle istituzioni, della scuola e di tutti noi. Occorre informare, educare e intervenire con decisione. Chi commette atti di bullismo deve affrontare sanzioni serie e immediate, perché non si tratta di “ragazzate”, ma di comportamenti che distruggono vite.
Parlare di bullismo non basta più. Dobbiamo ascoltare i ragazzi, riconoscere i segnali di disagio, creare spazi di dialogo, dare strumenti agli insegnanti e ai genitori per agire tempestivamente.
Lo dobbiamo a Paolo, e a tutti i giovani, ragazzi e ragazze, che vivono il peso di un dolore nascosto. In un’età in cui dovrebbero scoprire la bellezza della vita, si trovano invece schiacciati dall’odio e dalla solitudine.
L’associazione “A Difesa del Territorio” porterà avanti con determinazione questa battaglia. Nessuna famiglia si deve sentire sola.
Non possiamo restare a guardare. Tutti noi abbiamo un dovere morale e civile: fare tutto ciò che è necessario per fermare il bullismo. Una volta per tutte.











