Il coordinatore di Orizzonti Liberali Lombardia, Alberto Pilotto e il Gruppo Urbanistica Lombardo di OL hanno elaborato un articolato documento con considerazioni e proposte su ‘Salva Milano’ che proponiamo di seguito:
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Milano ha avuto un recente sviluppo di grande qualità architettonica ed
ambientale, unica città italiana ad avere carattere europeo. È stata in grado di
attrarre nuovi insediamenti ed investimenti importanti grazie al suo innato spirito
di apertura e alla dimostrazione di essere in grado di gestire eventi importanti con
capacità, certezza di tempi e di risultati. Questo spirito che definiamo
orgogliosamente liberale, perché aperto e fiducioso nel contributo di tutti, deve
a nostro avviso esprimersi con garanzia di trasparenza, partecipazione,
concorrenza , certezza delle regole ed apertura ad ogni apporto.
In questo panorama di grande sviluppo le criticità emerse con la normativa, che
hanno portato a uno stallo e a indagini sull’edilizia milanese, derivano sia dal
conflitto tra diversi strumenti urbanistici previsti dalle leggi nazionali e regionali
in materia di urbanistica, sia da una crescente ambiguità del testo unico
dell’edilizia. Questa situazione ha fatto sì che a Milano si sia diffusa una prassi
consolidata di interventi di demolizione e sostituzione avviati con pratiche edilizie
semplificate, senza il ricorso piani attuativi secondo l’interpretazione classica
della legge urbanistica, e il pagamento degli oneri ridotti frutto dell’enigmaticità
e incerta definizione di ristrutturazione edilizia e dall’assenza, nel Testo Unico
dell’Edilizia, di quella di rigenerazione.
Non è il luogo questo per dare un giudizio legale a quanto successo ma come
forza liberal democratica ci interessa sottolineare alcuni punti e dare il nostro
contributo al dibattito in corso, perché l’attuale Salva Milano se approvato senza
modifiche avrà ricadute di tipo nazionale che potrebbero portare a situazioni e
contenziosi ancora più complessi in tutti i comuni italiani.
– Bisogna porre mano alla riforma della legge urbanistica nazionale, non più
adeguata ai tempi, con un chiarimento definitivo sul conflitto di competenze
tra Stato e Regioni, che preveda l’unificazione nazionale di procedure,
definizioni, norme in modo da eliminare l’attuale giungla normativa e lessicale
e dare certezza normativa.
– I tempi di questa riforma non sono compatibili con la necessità di sbrogliare
velocemente la matassa milanese. C’è un disagio allarmante di imprese e
lavoratori del settore edile, dei professionisti, e degli stessi tecnici comunali e
situazioni drammatiche di acquirenti in buona fede degli immobili, che
riteniamo non debbano subire conseguenze negative.
– La maggior parte delle pratiche, circa 150 su 160, sono state sospese dal
Comune in attesa delle decisioni della magistratura su quelle già oggetto di
indagine.
È quindi fondamentale ristabilire al più presto il normale funzionamento degli
uffici tecnici comunali, dove numerose pratiche sono paralizzate
dall’incertezza pur non essendo coinvolte nell’inchiesta. Si potrebbe
procedere, secondo il principio di cautela rispetto a quanto contestato dalla
Procura, ad esempio attraverso l’estensione dell’utilizzo di Piani Attuativi.
Questo non dovrebbe essere letto come ammissione di errore da parte di
funzionari ed uffici, ma come azione pragmatica per sbloccare le pratiche
ormai in ritardo.
– Suggeriamo che i funzionari pubblici coinvolti, che hanno operato seguendo
una prassi consolidata, non debbano subire conseguenze economiche (dalla
corte dei conti) o penali, per problematiche maturate a livello legislativo e
politico.
– Il parlamento deve avere il coraggio di affrontare la situazione di Milano con
un provvedimento ad hoc che potremmo chiamare “Preserva Milano” senza
compromettere o stravolgere con un’interpretazione retroattiva l’operato
degli altri comuni italiani; contemporaneamente è però ineludibile che sia
varata, in tempi certi, una “legge” a riforma del testo unico dell’edilizia per
dare regole chiare e soprattutto certe e “stabili” su tutto il territorio nazionale.
Riteniamo inoltre inaccettabile spostare la vicenda urbanistico-legale sul piano
del conflitto politico (come sta accadendo a destra e a sinistra) da cui ci
asteniamo con forza. Ora è il momento di trovare soluzioni. Le elezioni comunali
milanesi del 2027 saranno l’occasione più appropriata per il confronto tra diverse
visioni della città di Milano e degli strumenti pianificatori attraverso cui
governarla, confronto a cui non ci tireremo indietro.
LI.