I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bergamo, nel corso della mattinata odierna, stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bergamo, volta a colpire un gruppo criminale composto da soggetti italiani e albanesi, stabilmente radicata in provincia di Bergamo, con operatività in talune regioni italiane, tra cui Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Calabria, responsabili di reati in materia di stupefacenti, furti e rapine (in villa), sfruttamento della prostituzione, estorsione, ricettazione, trasferimento fraudolento di valori, bancarotta fraudolenta e detenzione illegale di armi da fuoco.

Per due dei sodali è stata disposta la custodia in carcere, per uno il divieto di dimora sul territorio nazionale mentre per l’ultimo il divieto di esercitare attività d’impresa per 12 mesi. Nei loro confronti le Fiamme Gialle stanno anche eseguendo un sequestro preventivo per circa 1,2 milioni di euro quale provento illecito di estorsione e bancarotta fraudolenta.
Nel corso delle investigazioni – coordinate dalla locale Procura della Repubblica e svolte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bergamo – l’organizzazione aveva già subìto, sul territorio nazionale, l’arresto in flagranza di altri nove appartenenti per traffico di sostanze stupefacenti.
Le indagini, rivelatesi particolarmente complesse, erano inizialmente focalizzate sulla corretta gestione di alcune società di Bergamo e Treviolo, che prestavano servizi nel settore automobilistico (tra cui lavori noleggio, restyling e tuning). Gli approfondimenti sono poi stati estesi permettendo di rilevare come il noleggio di auto senza conducente fosse sistematicamente utilizzato per la commissione di svariati reati da parte di pregiudicati, prevalentemente di origine albanese. In questi casi, però, la società di noleggio non sottoscriveva alcun contratto ed evitava appositamente di lasciare tracce su chi fossero i reali utilizzatori delle vetture, garantendo il completo anonimato e, in concreto, ostacolando le indagini.
Uno degli arrestati, imprenditore bergamasco, si occupava principalmente di fornire all’organizzazione criminale un servizio logistico “taylor made”: infatti, a seconda delle esigenze criminali, gli autoveicoli venivano appositamente modificati con l’installazione di finestrini oscurati, il rifacimento degli interni, la realizzazione di vani nascosti. In questo modo i mezzi di trasporto potevano essere usati per occultare droghe o denaro contante, commettere estorsioni, furti e rapine, nonché per agevolare lo sfruttamento della prostituzione.
I finanzieri hanno inoltre svolto un’approfondita analisi contabile e di bilancio societario, che ha fatto emergere un passivo fallimentare di circa 3 milioni di euro, nonché il drenaggio di denaro dai conti societari, mascherato da utile, per circa 1,2 milioni di euro.
La funzione di “schermo” nei confronti degli utilizzatori delle vetture ha fatto sì, tra l’altro, che la società accumulasse sanzioni amministrative per circa 120 mila euro, riferibili a violazioni del codice della strada occorse principalmente nella citta di Milano e Bergamo e per le quali non sono mai stati comunicati i nomi dei trasgressori.
Nel corso dell’indagine sono stati sequestrati complessivamente oltre 500 mila euro di denaro contante (debitamente occultato dai sodali nei vani appositamente ricavati sulle autovetture in uso), circa 25 chilogrammi di cocaina e hashish, che avrebbero fruttato 450 mila euro sul mercato, nonché un furgone Mercedes Limousine, con allestimento VIP, del valore di circa 200 mila euro, adoperato dall’organizzazione criminale per sfruttare l’attività di meretricio.