Il 13 settembre l’Abbazia di Praglia ha ospitato il convegno “Quale Futuro? Contributi per
un’Etica Pubblica in un mondo rivoluzionato dalle tecnologie” ideato dal dottor Mirto
Bozza di Battaglia Terme, organizzato dall’Associazione Musica per la Vita di Padova, con
il patrocinio di Ucid Padova, Ucid giovani ed il comune di Teolo. L’incontro è stato aperto
da Stefano Manni consigliere Ucid e moderato dalla prof.ssa Caterina Sambugaro.
Praglia è centro di cultura, di operatività, sono molte le attività che si svolgono nel
monastero, la produzione del vino, di cosmetici, miele, restauro dei libri antichi, ma
soprattutto è centro di preghiera, meditazione e vita comunitaria. Qui si respira ancora il
motto benedettino “Ora et Labora”.


Le riflessioni proposte nel convegno, eterogenee e diversificate per temi, si collegano tra
loro tenendo al centro la parola Uomo e la parola Etica.
Etica, indagine speculativa intorno al comportamento pratico dell’uomo di fronte ai due
concetti esistenziali del bene e del male, è una disciplina che riflette criticamente sulle
norme e i valori, che indica la morale per l’agire dell’individuo e della sua comunità. Si
interroga sul perché qualcosa è giusto mentre indaga contemporaneamente la natura del
bene. L’Etica ben prima di essere un comportamento è qualcosa che ci custodisce, è la
nostra dimora, scrive Vito Mancuso, perché rappresenta la medesima logica che dà origine
e tiene insieme i nostri corpi, cioè la logica della relazione armoniosa, della salute,
dell’omeostasi. Noi siamo abitati dall’Etica.
Ma dove si incontra l’interrogazione Etica? Dovunque nella nostra vita!
Nel linguaggio, nello sguardo, nelle piccole azioni in tutto quello che può essere il
comportamento dell’Uomo, etica è costume, è usanza è consuetudine, è abitudine. Quindi
non è solo riflessione del pensiero ma dovrebbe altresì essere prassi, tradursi in prassi,
messa in pratica almeno per tre volte prima di poterla definire teoricamente.
Il convegno mira a comprendere come aderire alla prassi etica al meglio, in alcuni ambiti
specifici: il lavoro, i luoghi, e le strutture di comunità dove attività umana e meditazione
convivono, come avviene all’Abbazia di Praglia ma anche in molti ambienti industriali
contemporanei e pioneristici. In questo momento storico, la grande sfida che abbiamo di
fronte è cercare la colleganza di intenti tra l’intelligenza umana e l’intelligenza “collegata
in rete”, per questo è necessario prepararsi e attrezzare i luoghi di lavoro e di
collaborazione umana.

Il primo intervento è a cura dell’Ing. Guido Patechi, laureato in Ingegneria elettronica
all’Università degli Studi di Padova, dirigente in aziende di grande rilievo nazionale ed
internazionale private e pubbliche, impegnato in attività di formazione e consulenza
aziendale, autore del libro “Management: Geppetto e la cassetta degli attrezzi”, a partire
da questa metafora il relatore ha introdotto le strategie etiche dispiegabili efficacemente nel
mondo aziendale partendo da un approfondimento etimologico di alcuni termini di uso nel
mondo produttivo, arrivando fino ai nuclei fondanti della sua proposta: il problem solving
etico, i bisogni primari delle risorse umane, la motivazione, l’alterità e l’ascolto dell’altro,
la metacognizione sulle dinamiche, l’inclusività.
Il secondo intervento è del Prof. Bruno Suman, laureato in Scienze Politiche ad indirizzo
economico, è stato docente di materie giuridiche ed economiche si è sempre interessato
della salvaguardia storico-artistica e ambientale della provincia padovana in collaborazione
con associazioni ambientaliste e comitati, è autore di varie pubblicazioni sul territorio
padovano, creatore e fondatore di contenuti on-line per il canale you-tube “Paesaggi veneti
da scoprire.it”.

Il Prof. Suman ci ha accompagnato a comprendere le ragioni dell’abbandono dei luoghi
sacri a partire proprio dai monasteri, luoghi che si pongono come confine tra la dimensione
spirituale e l’impegno concreto nella costruzione del territorio, questi luoghi nel passato
hanno permesso la creazione delle comunità che hanno costituito l’Europa. La relazione ci
riporta al tema dell’abitare i luoghi e a quell’immagine del genius loci cara ai latini,
ampliata da Heiddegger che andava oltre il sentire latino sulla presenza spirituale del genio
nei luoghi abitati, e che ampliandone la prospettiva, mette in rilievo il gesto di cura del
luogo, per far si che si realizzasse ciò per cui quel luogo era nato, rivelandone la verità e il
suo spirito. Particolarmente significativo il paralellismo contemporaneo con i molti “non
luoghi” di questo momento storico dove la surmodernità – termine coniato
dall’antropologo francese Marc Augè che descrive una fase della modernità caratterizzata
dall’eccesso di eventi (tempo), eccesso di spazio e dall’eccesso di individualismo (ego), e
che influenzati dalla globalizzazione – genera i non luoghi, spazi non identitari, non
relazionali, non storici, luoghi anonimi che non favoriscono la formazione di identità o
legami sociali duraturi, e che richiedono prove identitarie per essere attraversati.
A chiudere la prima parte del convegno l’intervento del dott. Mirto Bozza, ideatore
dell’evento, laureato in fisioterapia presso l’ Università degli Studi di Chieti, ha svolto
studi di Teologia, titolare e direttore generale ambulatorio specialistico di Fisioterapia, con
esperienza su applicativi quantistici elettromedicali.
Il dottor Bozza ci introduce, attraverso una sinossi storica, la parabola di consapevolezza
che si innesta nel rinascimento dando vita a quella visione che porterà alla definizione
delle proporzioni numeriche ed etiche dell’operare buono, vero e bello, all’Uomo come
sintesi del macrocosmo, all’Umanesimo.
Chiude i lavori del convegno, con un pubblico numeroso e attento ai temi, la lectio
magistralis dell’Abate di Praglia Stefano Visintin, Prof.re in teologia, fisico nucleare e
molto altro. L’Abate con il titolo del suo intervento “Guidare una comunità secondo la
regola di San Benedetto, rispetto per l’individuo, ascolto della comunità intera,
condivisione delle responsabilità”, ci introduce magistralmente nel mondo della Regola
Benedettina, toccando con sapienza, ma nel contempo con lucidità contemporanea, i punti
essenziali della prassi di San Benedetto, che si connota di tradizione cristiana, di disciplina,
ma in ascolto costante della società contemporanea, per leggerla e accompagnarla in
questo momento storico molto complesso.