SCREEN – pittura continua

Mostra personale di Alfonso Leto
A cura di Ilaria Bignotti ed Enzo Fiammetta
Dal 20 settembre al 26 ottobre 2025
Casa del Mantegna
Via Acerbi 47, Mantova
Inaugurazione sabato 20 settembre 2025, ore 10.30
Orari di visita:
da martedì a venerdì dalle 10 alle 13 / sabato e domenica dalle 14.30 alle 18.30 / lunedì chiuso
Vecchi schermi dismessi di computer, cellulari o tablet trasformati in moderne tele che grazie all’estro dell’artista Alfonso Leto assumono nuovi connotati.
Nell’ambito dell’attività di promozione e diffusione dei linguaggi contemporanei, in continuo dialogo con le realtà internazionali dell’arte, dal 20 settembre al 26 ottobre 2025 la Fondazione Orestiadi di Gibellina è ospite della Casa del Mantegna di Mantovacon SCREEN – pittura continua, mostra personale di Alfonso Leto, poliedrico artistache nel corso dei decenni ha stabilito con l’istituzione culturale un vivo rapporto di collaborazione e di presenza attiva nella sua programmazione.
Alfonso Leto (Santo Stefano Quisquina, Agrigento, 1956), formatosi nell’ambiente artistico e sperimentale della Palermo degli anni Settanta e Ottanta, e presente con mostre personali e collettive in gallerie d’arte e sedi internazionali – quali Palazzo delle Esposizioni e Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma, Parlamento Europeo a Bruxelles, Istituto Italiano di Cultura di Madrid, Fondazione Ludwig a L’Avana, Air Space Museum di New York, solo per citarne alcune -, presenta per l’occasione un corpus di 60 opere quasi tutte inedite, testimonianza di una ricchezza espressiva in cui la pittura (ibridata e manipolata) resta il mezzo d’elezione dell’artista, che le ha selezionatecon il contributo dei curatori Ilaria Bignotti ed Enzo Fiammetta.
Il corpo centrale dell’offerta espositiva è composto dalla produzione pittorica recente di Leto, realizzata su superfici provenienti da scarti elettronici – monitor, tablet, televisori, dispositivi vari – che attraverso il gesto salvifico e creativo dell’artista ritornano in altra forma, come opere pittoriche di piccolo e medio formato portatrici anche del messaggio ambientale che il riciclo estetico comunica.
Basti pensare alla catena di sfruttamento globale che questi oggetti generano prima di arrivare agli “utilizzatori finali”. Il gesto pittorico di Leto, alludendo ed eludendo anche a questi temi, senza alcuna retorica, vuole onorare questi frammenti consentendo a essi una second life elevata a «un ideale paradiso dei pezzi di ricambio», come dice l’artista.
Non è un caso che “Gruppo Tea” e “Studio Andrea Minari” che sostengono il progetto insieme alla Provincia di Mantova e al Comune di Santo Stefano Quisquina (Agrigento), siano impegnati in prima linea nella tutela ambientale e nella diffusione di una cultura della sostenibilità
Al gruppo centrale di opere su schermi, in un ricco dialogo visivo, si affiancano
altre opere concepite su superfici più tradizionali, quali tele, tavole, ardesia e metalli. L’accostamento e la condivisione dello spazio espositivo tra questi gruppi di opere provenienti dall’attività più nota dell’artista, vuole costituire il filo di continuità iconografica e narrativa di una produzione apparentemente eterogenea ma intimamente coerente che fa della sua poliedricità la sua cifra di originalità.
Per questa sua presenza espositiva nella Casa del Mantegna Alfonso Leto ha “dato vita” ai ritratti immaginari di Andrea Mantegna e della sua prima moglie Nicolosia Bellini (proveniente da una delle famiglie di artisti più importanti del Rinascimento italiano, strettamente relazionata con la formazione veneta di Andrea), in una doppia versione.
Immaginare oggi, sei secoli dopo una possibile fisiognomica di una delle coppie più iconiche del Rinascimento è un desiderio connaturato al gesto pittorico (mitologico-affettivo): un esercizio quasi medianico, da cui nascono due volti rinascimentali e cyborg dipinti su supporti estratti da schermi televisivi, come gran parte delle opere di questa mostra. Afferma Alfonso Leto.
La pittura è screen: è schermo, scansiona, va oltre la superficie delle cose. In Screen-Pittura continua Alfonso Leto espone nella Casa del Mantegna di Mantova, dimora che l’artista rinascimentale costruì con geometrico, cristallino rigore e tensione al trascendentale: ab olympo, una selezione cospicua di opere recenti e molte di nuovo conio, inedite. Una rassegna attesa, dopo la grande mostra del 2018, prodotta dalla Fondazione Orestiadi in occasione dell’edizione di Manifesta tenutasi a Palermo, nell’anno in cui la città era Capitale Italiana della Cultura (…)
Lo schermo – di un tablet, di uno smartphone, di un televisore, di un pannello solare – è sempre una superficie dalla quale escono immagini programmate altrove, scaturite da un algoritmo, reiterate e rinnovate in un processo di creazione del bisogno e della stimolazione del desiderio. (…)
Quella di Leto con lo screen è una lunga storia, che si avvia nel 1999, l’anno del Millennium bug, quando invitato da Achille Bonito Oliva a partecipare al progetto Electronic Art Café alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, propose interventi pittorici su schermi di computer sia accesi che spenti.
L’evoluzione del suo lavoro è costantemente attraversata dal pulsare continuo di un’ironia meditata e originale (con opere quali: le tele marsupiali, i “codici fiscali dei poeti”, le pitture sottovuoto con gadget in offerta, la pittura su monitor di computer, visioni apocrife della religione…). Un percorso che ancora oggi si evolve in una tensione capace di cambiare pelle e rivitalizzarsi. Il suo lavoro privilegia la pittura nell’equilibrio continuo tra concetto e stile, combinando spesso il mezzo pittorico, al concetto all’oggetto ai mezzi “extrartistici”.
Sponsor: “Gruppo Tea”, “Studio Andrea Minari”