Castelli (Ppn), Forza Italia e la voglia di ribaltone

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riceviamo e pubblichiamo
di Roberto Castelli
In tutti i Bignami di politica e di educazione civica si legge che, per il bene del Paese e della Democrazia le cose dovrebbero funzionare nel seguente modo: in vista della successiva legislatura, il popolo sovrano è chiamato alle urne per scegliere il partito politico che più gli aggrada e, in base all’esito del voto, si forma una maggioranza in parlamento di cui il Presidente della Repubblica prende atto e quindi nomina Presidente del Consiglio dei ministri il personaggio indicato dalla maggioranza stessa che si è formata in parlamento.
Egli governerà, appoggiato da quella maggioranza che, in sostanza, ha vinto le elezioni per tutta la legislatura che, come noto, in Italia dura cinque anni e poi si svolgeranno nuove elezioni con il meccanismo che si ripete. Esso garantisce così stabilità di Governo da un lato, o alternanza democratica dall’altro.
In realtà In tutto il corso della storia della Repubblica, soltanto due uomini hanno coperto, a capo del Governo, l’intera legislatura secondo il meccanismo sopradescritto: De Gasperi nella prima legislatura e Berlusconi nella quattordicesima ma, per restare in sella, anche loro dovettero procedere a rimpasti per cui, da un punto di vista meramente formale, la Repubblica Italiana non ha mai visto un Governo durare un’intera legislatura, con gravi conseguenze sul piano della governabilità e anche della Democrazia, atteso che più volte, specie nella cosiddetta seconda Repubblica gli Italiani hanno votato e fatto vincere determinate maggioranze e poi si sono visti governare da quelli che avevano perso. Dopodichè ci si domanda perché gli elettori non vadano più a votare.
A cosa è dovuto questo malcostume politico che tanti danni ha portato al Paese? A mio avviso a due questioni: la prima alla genericità dei programmi , per cui, molto spesso, i gruppi parlamentari si sono trovati, nel corso dell’attività legislativa, di fronte a scelte che hanno spaccato le coalizioni di Governo, e la seconda all’art 67 della Costituzione che ha consentito clamorosi ribaltoni, alcune volte dettati da ragioni politiche, altre da mere questioni di potere e di bottega, se non da intrighi di natura internazionale avvallati e promossi da chi invece avrebbe dovuto difendere le nostre istituzioni scelte dal popolo.
Per venire ai giorni nostri, il Governo Meloni vanta una larga maggioranza in Parlamento, gode della fiducia popolare, confermata dalla elezioni europee (al netto dell’assenteismo dilagante) e quindi, apparentemente tutto fa pensare che abbiano ragione Salvini e colleghi quando affermano che il Governo durerà tutta la legislatura, dando finalmente conferma di corretto funzionamento delle istituzioni dopo quasi ottanta anni di questa disgraziata Repubblica.
Ma è veramente così?
Mi sento di parafrasare la famosa frase di Andreotti che disse che il potere logora chi non ce l’ha, per affermare che esso logora anche chi ce l’ha e, dopo quasi due anni, comincio a percepire qualche scricchiolio.
Ma andiamo con ordine: quando la maggioranza di destra-centro vinse le elezioni e Mattarella fu costretto a incaricare la Meloni, Berlusconi era ancora vivo, dirigeva comunque il partito ed era la garanzia che mai, malgrado le sue posizioni più centriste e moderate di Lega e FLI, avrebbe potuto governare con le sinistre.
Oggi purtroppo Berlusconi non c’è più e i primi smottamenti a sinistra stanno diventando sempre più evidenti.
Le dichiarazioni di Marina Berlusconi sui diritti civili per i quali si sente “vicina alla Sinistra di buon senso” non sono state certo dette a caso ma sicuramente ben meditate.
Perché allora questa dichiarazione al Corriere della Sera, giornalone per antonomasia? Per due motivi credo: uno politico, per far acquistare a FI uno spazio autonomo al Centro e sottrarre voti al suo principale competitor che non è certo la Schlein ma la Meloni, e l’altro di cui non ho prove ma solo ne percepisco il fumus, è che la Berlusconi è a capo di un impero industriale e finanziario, legato necessariamente alla finanza internazionale che sta, come è noto, a Sinistra, per cui la sua casa di imprenditrice internazionale sta, per forza, da quelle parti.
E’ di questi giorni la presa di posizione di Tajani sullo Jus scholae tema assai sensibile, sul quale FI sta aprendo un solco con gli alleati che potrebbe essere mortifero per la compagine di Governo.
Fatti due conti, se FI votasse a favore di un DDL di tal fatta, esso potrebbe passare e non si vede come Lega e FdI potrebbero digerirlo.
Ma qui siamo nel campo delle ipotesi e non credo proprio che si possa preparare una mossa così rozza. La questione fa parte della guerra di logoramento che serve per preparare un Piano ben più raffinato.
A mio parere il Piano, se esiste , e molti indizi mi fanno pensare che esista, parte dall’Europa.
Intanto nella quasi indifferenza generale è accaduto un fatto politicamente clamoroso. Per ben comprenderlo occorre capire il profondo mutamento degli assetti e delle conseguenti azioni politiche europee. Prima del trattato di Lisbona l’Europa era, nei processi legislativi e quindi nelle negoziazioni tra gli stati , puramente intergovernativa.
Quando discutevi i vari dossier in Consiglio dei Ministri non stavi a chiederti di che colore fossero i ministri tuoi colleghi e ognuno rappresentava il proprio Stato. Inoltre il meccanismo dell’unanimità garantiva ogni Stato dai danni che normative troppo dannose per la Stato stesso non potessero essere implementate. Oggi, a seguito del trattato di Lisbona, le cose, nella completa e voluta ignoranza dell’opinione pubblica, sono cambiate completamente.
A seguito del potere assegnato al Parlamento Europeo, al superamento del principio di unanimità e alla politicizzazione dei governi l’ideologia ha preso il sopravvento e ormai si ragiona in termini di schieramento. Quale Europa vuoi ? Sei favorevole alla follia Green oppure no? Vuoi Ursula e i suoi folli disegni oppure sogni un’altra Europa ?
Ebbene, in questo contesto, Forza Italia si schiera con le Forze di Sinistra e vota la coalizione Ursula, stravolgendo completamente la coalizione con la quale governa in Italia e costringendo la Meloni all’opposizione. Ma quanti sanno che il sessanta per cento delle norme che ci governano vengono da Bruxelles e non più da Roma?
A Bruxelles, dove sta il vero potere, Forza Italia sta già con le sinistre e la loro politiche esiziali.
Quindi non solo LGBTQ, matrimoni gay, eutanasia e tutto l’armamentario pseudo progressista di Marina ma anche case green, auto green, agricoltura green con danni economici enormi soprattutto per il Nord.
Come le altre forze di maggioranza possano tollerare in silenzio un fatto del genere è incomprensibile se non per la ragione per la quale far cadere il Governo ora sarebbe un grave danno per la Meloni e Salvini stessi.
Ma a questo punto a chiunque e quindi anche a FI si pone il quesito: “ma se, senza colpo ferire, partecipo a Bruxelles al Governo con le sinistre controllando il sessanta per cento delle leggi perché non controllare anche il restante quaranta per cento a Roma mandando a casa Meloni e sodali?” Numericamente l’operazione sarebbe fattibile già fin da ora ma, ripeto, un ribaltone tout court sarebbe rozzo e contrarierebbe il popolo bue che ha votato a destra.
Lo schema e già lì bell’ e pronto e già collaudato e oliato.
Si comincia con un bell’attacco della Magistratura che, in questo caso non sarebbe nemmeno necessario, ma che non fa mai male, dopodichè non subito ma nel 2025, anche a seguito di una Finanziaria scassata che scontenterà tutti entreranno in campo l’Europa e la Finanza.
L’Europa bastonerà la fascista Meloni con il Pnrr e le procedure d’infrazione, mentre Fitch e Moody’s, enti privati non dimentichiamolo, mettendo l’accento sui tremila miliardi di debito, ci castigheranno sul rating. Allo spread il compito del colpo di grazia.
Il giornalone strillerà:” Fate presto”.
Susseguente crisi di Governo e inevitabile coalizione di persone di buona volontà che si coalizzeranno “per il Bene del Paese” con Forza Italia in prima fila.
Come vaselina non mancheranno i tecnici mentre Mattarella salvatore della Patria saprà ben individuare l’uomo del destino, se non l’ha già fatto. Con beffarda nemesi storica al contrario, la famiglia Berlusconi si troverà al vertice del potere, luogo che forse il loro augusto Padre non era mai riuscito a trovare.
Non dimenticherò mai una frase che disse: “sono entrato nella stanza dei bottoni ma non ho trovato i bottoni”
Fanta politica? Speriamo.

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