Il Nord produttivo senza diritti

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di Lucas Casati, socio fondatore del Partito Popolare del Nord

Osserviamo con enorme amarezza, il Governo centrale corrente, presentare un piano
strategico di sviluppo del Sud, con agevolazioni fiscali e semplificazione burocratica,
raddoppiando le risorse per le imprese presenti nella ZES (Zona Economica Speciale) unica
del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna,
Sicilia).
Il testo prevede un’autorizzazione di spesa di 1,6 miliardi di euro per l’anno 2024, da
aggiungere agli 1,8 miliardi di euro già stanziati, per il finanziamento del credito d’imposta,
per le imprese che attuino investimenti nella ZES.
Le novità sono inserite nel decreto Omnibus: (https://www.fiscoetasse.com/normativa-
prassi/13394-decreto-omnibus-2024-testo-in-gazzetta.html),
Il decreto Omnibus, consente di attingere ai fondi dei programmi di coesione UE 2021-2027.
Il tutto a discapito del Nord, con le nostre industrie ed imprese di grandi medie e piccole
dimensioni in seria difficoltà.
Crollano gli artigiani (dati Inps tra il 2014 e 2023 da 1.775.373 a 1.456.918 territorio
nazionale) a seguire diminuiscono anche i commercianti.
(https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2024/06/27/crollo-per-gli-artigiani-318mila-in-
meno-in-10-anni_226436ca-9021-4685-91a4-
baeb114078c7.html#:~:text=Diminuiscono%20ancora%20gli%20artigiani%3A%20nel,2014
%20(%2D17%2C94%25).
L’industria ed il commercio, si focalizza nelle regioni del Nord, veri traini sia nella penisola
italica che in Europa.
Sino a che punto gli industriali, gli artigiani, i liberi professionisti ed i commercianti del Nord
potranno sopportare ulteriori pressioni fiscali che non ha pari in nessun’altra realtà
occidentale e non solo?
Lo chiamano sviluppo e crescita del Sud, a me risulta un ulteriore sacrificio delle industrie
del Nord a beneficio del solito assistenzialismo parassitario di matrice centralista, senza