ASMARA E OLTRE : istruzioni per sorprendersi (7/23)

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di Maria Antonella Pratali

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Settima puntata.
(9 maggio: Adi Key, Qohaito)

Finalmente arriviamo ad Adi Key, un villaggio di case basse, costruite in pietra con tetti di palma e terra, spesso punteggiati di erba che cresce ribelle. Appena scesi dall’auto, veniamo accolti dalla guida e circondati da una folla di bambini curiosi, che chiedono caramelle. Non avendone, chiedo a Ibrahim, nostra guida e capo del villaggio (che parla un italiano sorprendentemente fluente), se posso offrire loro un sacchetto di biscotti; non voglio che sembri elemosina, così distribuisco prima agli adulti in ordine di età: amici, autista, guida. I bambini, educatissimi, aspettano il turno senza fretta né capricci, un gesto di compostezza che fa riflettere. Ibrahim ci mostra un’antica diga risalente al periodo axumita, ancora funzionante, anche se l’acqua non è molta; poi ci conduce sul ciglione, da cui si apre un burrone con vista spettacolare sulle montagne, che digradano verso il bassopiano. A 2900 metri il sole picchia forte; i fichi d’India ricoprono i pendii come decorazioni naturali. Seguendo un sentiero molto ripido, scendiamo verso la grotta di Adi Alauti, dove consumiamo il pranzo all’ombra, ammirando graffiti e pitture rupestri di ca. 6000 anni fa, raffiguranti mandrie di animali.  Ibrahim ci racconta che, terminati gli studi, ha scelto di vivere nel villaggio di sua moglie, lavorando su incarico governativo come guida turistica al sito. Sul ciglione visitiamo i resti di un tempio axumita che nasconde stanze ipogee, ancora inesplorate per mancanza di fondi; saltellando qua e là avvertiamo la grande cavità sotto i nostri piedi, un mistero che aspetta solo di essere svelato. 
Penso ancora una volta a quanta bellezza nascosta abbia questo Paese. Nel 2011 questo sito è stato iscritto nell’elenco delle candidature alla lista dei patrimoni dell’umanità UNESCO.
Nel frattempo, dall’altro lato del ciglione arrivano risate e rumori di tuffi: un gruppo di ragazzi si sta divertendo in una piscina naturale creata da una cascata. Scendiamo lungo il sentiero per rinfrescarci; loro sono appena usciti dall’acqua e ci osservano incuriositi da un masso sovrastante la pozza. I loro sguardi sono pieni di interesse e senza alcun giudizio. Li salutiamo con la mano, ricevendo sorrisi luminosi in cambio.
Il rientro ci aspetta, salutiamo Ibrahim e i bambini e ci rimettiamo in viaggio verso Asmara.

(Continua. Nella prossima puntata: Asmara e l’architettura coloniale, incontri)

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