Correva l’anno 1765 quando, alla corte di Francia, Luigi XV nominò François Boucher primo pittore del re.
Una carriera a dir poco leggendaria, punteggiata da traguardi come la vittoria del Prix de Rome nel 1723, le nomine ad accademico, professore, rettore e infine direttore dell’Académie Royale de Peinture et de Sculpture, e l’intreccio di rapporti privilegiati come quelli con Madame de Pompadour, la favorita del re che prendeva lezioni di disegno proprio dal pittore, e col marchese di Marigny, direttore del Bâtiments du Roi.
La produzione pittorica di François Boucher (Parigi 1703 – 1770) e del più talentuoso dei suoi allievi, Jean Honoré Fragonard (Grasse 1732-Parigi 1806) è protagonista nella Casa Museo della Fondazione Paolo e Carolina Zani a Cellatica (Brescia) con una mostra che incanta per l’eleganza, la leggerezza e la preziosità delle opere di due tra i più leggendari pittori francesi del Settecento. La mostra sarà visitabile sino al 25 maggio prossimo
Il progetto espositivo è frutto di un’inedita collaborazione tra la Casa Museo della Fondazione Paolo e Carolina Zani, diretta da Massimiliano Capella, e le Gallerie Nazionali di Arte Antica, Palazzo Barberini e Galleria Corsini di Roma.


L’incontro consente di celebrare i due grandi autori francesi non solo come geniali figuristi ma anche come eccellenti paesaggisti ed interpreti dell’armonia tra figure e natura circostante, secondo i dettami del mito di Arcadia, in voga tra gli artisti nella Francia della metà del Settecento.
L’ALLEGORIA DELLA TERRA: DALLE STANZE DEL RE LUIGI XV A CASA MUSEO ZANI
L’Allegoria della Terra, raffigurante due cupidi addormentati e un terzo con un intreccio di tralci di vite, firmato e datato 1741, ci porta direttamente alla corte di Luigi XV. Parte di un gruppo di quattro pendants ognuno dedicato ad un elemento naturale – acqua, aria, terra e fuoco – la tela ovale, fu commissionata a Boucher per decorare gli interni del castello reale di Choisy. Curiosamente, il re sembra non aver acquisito tutti e quattro i dipinti originali, ma solo l’Allegoria della Terra e l’Allegoria dell’Aria. Dell’Allegoria dell’acqua e del fuoco non v’è traccia negli inventari reali, né oggi è nota la loro collocazione.
IL BOUCHER PIÙ IMPONENTE D’ITALIA
Parte della collezione permanente di Casa Museo Zani Venere nella fucina di Vulcano è il dipinto di Boucher più Scenografico e imponente oggi conservato in una collezione italiana.
Anche la sua storia ci riporta alla corte di re Luigi XV e appare inoltre strettamente legata a quella di un altro dipinto di Boucher, oggi custodito al Musée du Louvre. Nel catalogo del Salon parigino dell’agosto 1746 si legge infatti che Boucher avrebbe dovuto esporre un dipinto ovale con soggetto Venere che ordina a Vulcano delle armi per Enea, Ispirato all’Eneide di Virgilio. L’anno successivo, nel 1747, Boucher espose al Salon parigino un altro dipinto, ovale, Rappresentante la fucina di Vulcano, quest’ultimo unanimemente considerato quello destinato alla camera da letto del re, a Marly.
Studi e perizie condotti da parte della critica più attenta sono concordi nell’ipotizzare che, visti i numerosi pentimenti rivelati dalle indagini scientifiche, il dipinto ora in collezione Zani costituirebbe la prima versione. Dopo di essa venne realizzata quella del Louvre, come riporta la studiosa francese Françoise Joulie, “fatta di getto dopo una prima versione originale lavorata più lentamente e con più esitazioni”.
In occasione della mostra, le due tele Zani di Boucher sono state oggetto di indagini diagnostiche che hanno portato all’emersione di alcuni interessanti ripensamenti in corso d’opera, come il diverso gesto di Venere nell’indirizzarsi a Vulcano. Sono inoltre emersi i “segreti di bottega” circa la realizzazione dei rinomati timbri dei rosa e dei carnati: il celebre rosa Pompadour, ispirato dalla Favorita di Luigi XV, era ottenuto con una miscela perfetta di bianco di piombo, vermiglione finemente macinato, parti di lacca rossa carminio e pigmento giallo.
Dalle GALLERIE NAZIONALI DI ARTE ANTICA, PALAZZO BARBERINI E GALLERIA CORSINI
La piccola giardiniera, emblema della spensieratezza ricercata dalla corte reale francese, la cui frivolezza attirò le Critiche di Denis Diderot, rappresenta alla perfezione il clima di crescente laicizzazione ed il gusto del secolo che il capolavoro di Boucher incarna pienamente.

Completa il percorso Annette a vent’anni, vero gioiello della produzione pittorica di Jean Honoré Fragonard che, come il suo maestro Boucher, vinse il Prix de Rome nel 1753 ed eseguì numerosi incarichi alla corte del re. Fulgido esempio di quella pittura di carattere allegorico e intrisa di riferimenti maliziosi in perfetto stile rococò tanto apprezzati alla corte di Luigi XV e Luigi XVI, l’opera raffigura la vicenda narrata in uno dei Racconti Morali del noto illuminista Jean-François Marmontel.