Giacomo Matteotti: un libro di Marco Pettenuzzo esplora il movente economico del delitto

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di Massimo Iaretti

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E’ nel petrolio il movente che portò alla morte di Giacomo Matteotti per non fare scoppiare uno scandalo che avrebbe investito il Governo italiano ai più alti vertici lambendo anche la Corona ? L’interrogativo è stato sollevato da Mauro Canali, già docente di storia contemporanea a Camerino ne ‘Il delitto Matteotti’ edito per i tipi del Mulino e ripubblicato in nuova edizione nel 2024 per i 100 anni della morte del deputato riformista. Ma un’interessante disamina è contenuta anche ne ‘Il delitto Matteotti: Un movente affaristico ?’ lavoro frutto della tesi di laurea di Marco Pettenuzzo, realizzato grazie ad una borsa di studio del Centro Ricerche Toni Destro Aps, che è in stretto contatto con l’Università di Padova e ha avuto il contributo della Regione Veneto.

Il libro, tutto incentrato su documenti primi, si sofferma con grande rigore ed anlisi non tanto sulla figura di Giacomo Matteotti, sul delitto, quanto se ci fu davvero un movente economico che portò alla soppressione del deputato polesano legato al viaggio che fece a Londra, ai suoi contatti in terra d’Albione con gli ambienti laburisti, ai presunti maneggi e malaffari che avrebbero toccato i massimi vertici dello Stato, del Governo, del PNF.

L’autore, che ha trovato una fonte importante nel testo, oggi quasi introvabile nonostante la pubblicazione sia abbastanza recente, ‘Matteotti senza aureola: il delitto’ di Enrico Tiozzo, editore BasotgiLibri, con prefazione di Aldo Mola, ha avanzato l’idea che il martirio dell’esponente riformista non sia stato dovuto tanto alla necessità di sopprimerlo per chissà quali eclatanti rivelazioni scandalistiche sul cosiddetto ‘Affare Sinclair’  quanto la sua sia stata una ‘lezione’ finita male che un gruppo di inesperti e malaccorti delinquenti avrebbe dovuto impartirgli. In poche parole si sarebbe trattato di un omicidio preterintenzionale non di un delitto su commissione, per sottrargli documenti scottanti.

Prova ne sarebbe il fatto che, negli interrogati resi, nessuno dei compagni di partito più stretti o la moglie abbiano mai parlato in questo senso e neppure che Matteotti avesse al momento del rapimento una borsa sparita e mai più ritrovata (in questo caso non sarebbe stato, per quanto attiene alla borsa, un antesignano del caso di Aldo Moro).

Pettenuzzo, invece, mette l’accento su un dato di fatto che sovente è stato passato sotto silenzio: la grande capacità che aveva Giacomo Matteotti di leggere di bilanci, di capirli a fondo, di scovarne le irregolarità, di mettere in risalto  tutte le incongruenze e le dichiarazioni false del Governo contenute nel bilancio dello Stato al punto che avrebbe, se avesse pronunciato l’annunciato discorso a Montecitorio, mettere davvero in difficoltà Benito Mussolini. Di qui la necessità, avvertita da alcuni fascisti troppo zelanti, di ‘dargli una lezione’ (il che non è certamente meno grave) ma non di ucciderlo. Dunque nella commissione non ci sarebbe una responsabilità diretta di Mussolini come mandante (l’aspetto morale è altra cosa). L’interessante lavoro di Pettenuzzo, non vuole indagare tanto sulla responsabilità di questo o di quello, o sulle modalità del delitto, che comunque sono descritte riprendendo le testimonianze degli interrogati dalla magistratura dell’epoca, quanto appunto sul movento economico e giunge alle conclusioni fatte poc’anzi

A proposito, comunque, della responsabilità di Benito Mussolini va sottolineato che Carlo Silvestri, nel 1924 a capo della redazione romana del Corriere della Sera, durissimo accusatore come mandante del capo del governo all’epoca della morte di Matteotti (al punto che Mussolini disse che ‘nel 1924/25 mi ha dato più fastisio da solo che tutta l’azione dei partiti aderenti al Comitato delle Opposizioni e dello stesso PCI) dopo aver patito il confino per alcuni anni negli anni di Salò, si avvicinò a duce con il quale ebbe molti colloqui e nel dopoguerra arrivò ad affermare, nei suoi libri ed in tribunale, l’estraneità di Mussolini da tale delitto. Tornando al bel libro di Pettenuzzo, è reperibile previa richiesta via mail a info@crtonidestro.it

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