Iseo, fino al 29 settembre in en plein air le opere dei Stefano Bombardieri

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Dall’unione del concetto di gioco, inteso come atto ludico e creativo, ad una riflessione sulla cura, nasce GAME <> CARE, la mostra personale di Stefano Bombardieri, a cura di Anna Lisa Ghirardi, il cui percorso espositivo en plein air si compone di nove sculture su scala monumentale, collocate sul lungolago del Comune di Iseo (Brescia), della suafrazione Clusane d’Iseo e lungo vie, piazze e passeggiate in prossimità di edifici simbolo della storia artistico- architettonica del luogo, come il Castello Oldofredi, la Pieve di Sant’Andrea e la Chiesa di San Silvestro.

Se, come sottolinea Ghirardi nel testo che accompagna la mostra, citando il filosofo Eugen Fink “il gioco è metafora del mondo (…) appartiene alla costituzione ontologica dell’esistenza umana ed è simbolo del cosmo, giacché attraverso esso si manifesta il modo dell’uomo di rapportarsi al mondo e all’altro”, nel “gioco” di Stefano Bombardieri il pubblico è chiamato a farsi nautilus, navigante, sia attraverso i luoghi fisici in cui è articolato il percorso, sia attraverso le diverse declinazioni di significato assunte dalle opere.
Nautilus, non a caso, è il titolo di una delle grandi sculture in mostra, emblematica nel contesto della produzione dell’artista, che più volte ha affrontato tematiche globali come l’urgenza ecologica e questioni ontologiche quali la riflessione sul tempo e la sua percezione, l’esperienza del dolore ed il senso dell’esistenza. L’opera tratta il temadell’estinzione animale. Nella scultura è inoltre presente
il tema del gioco: i bambini giocano con gli esoscheletri marini e, come i più grandi, ascoltano i suoni che in esso germinano.


L’infanzia torna puntuale nelle opere Elia e l’elefante ed Elefante con bambino/ Omaggio a Colbert. La prima, nella quale un bambino solleva un pachiderma, è un invito a cercare la forza nella potenza della fantasia e mostra come un approccio alternativo agli eventi possa generare una percezione diversa di cose apparentemente insostenibili. Nella seconda – traduzione scultorea di una fotografia di Gregory Colbert in cui un bambino legge un libro ad un elefante – il
libro rappresenta il sapere, l’elefante la memoria e la saggezza. In entrambe le opere l’artista individua nel bambino l’elemento in grado di innescare l’auspicato rinnovamento del mindset individuale e sociale.
Al filone dell’estinzione è ascrivibile Testa di Gorilla, tra le specie più simili all’uomo, il cui monito sottinteso riguarda tanto l’animale quanto l’essere umano che, schermato nella sua indifferenza, sottovaluta la mancanza di tutela verso l’ecosistema di cui è esso stesso parte.
Altro simbolo dell’essere vivente in costante pericolo – e in questo caso anche alter ego dell’artista – è il rinoceronte presente in RPC Rhino Petrol Company, in cui un rinoceronte trattenuto da corde ad una catasta di barili di petrolio, diventa il simbolo dei risvolti deleteri del consumismo contemporaneo e del fagocitante sistema del mercato artistico.
L’opera, omaggio a Christo – che già dagli anni Cinquanta impacchettava barili, autore con Jeanne-Claude
dell’installazione Muro di barili di petrolio (Parigi, 1962) come segno di protesta contro il muro di Berlino e di The London Mastaba (2018), creata con più di 7500 barili sul lago di Hyde Park – connette idealmente sullo sfondo del lago protagonista della celeberrima The Floating Piers (2016) le poetiche dei due artisti contemporanei, entrambe caratterizzate da una consolidata esperienza nel creare dialoghi tra l’opera e lo spazio urbano e paesaggisticocircostante.
La grande Trottola in corten, gioco dell’infanzia per eccellenza, in questa sede è indagata nella sua declinazione di Rota Fortunae, Ruota della fortuna. Il moto, una volta innescato senza che la fine sia prevedibile, sta a significare l’instabilità e la mutevolezza delle vicende degli uomini.
Il tentativo umano di comprendere tali meccanismi universali è il perno attorno al quale ruota il significato dello Struzzo Rubik. Diversamente dall’adagio popolare, nell’opera di Bombardieri l’animale non insinua la testa sotto la sabbia bensì all’interno del celeberrimo cubo, raccontando di una volontà di osservare dall’interno i meccanismi del rompicapo e
affrontare le difficoltà.
La speculazione più filosofica del lavoro di Bombardieri si trova nelle due opere dai titolo manifesto Il peso del tempo sospeso/Rino e La forma e il contenuto.
La prima è un riferimento al tema del dolore, della paura, di una percezione dilatata o, viceversa contratta, dello scorreredel tempo. La seconda – un telo che delinea la silhouette di un rinoceronte senza tuttavia contenerne la sua fisicità – è un sottile ragionamento sulla contrapposizione tra involucro e contenuto, che elegge il lavoro dell’artista all’interno di un discorso ben più ampio sulla differenza tra essere ed apparire, nel quale confluiscono le maschere di pirandelliana
memoria, l’ambiguità della visione degli esiti dadaisti e del Surrealismo e la sindone come simbolo universale di ciò che da materiale sublima in spirito. L’opera è collocata di fronte all’ingresso della Chiesa romanica di San Silvestro, in dialogo con il luogo sacro.
A completamento del progetto, gli spazi espositivi della Fondazione L’Arsenale di Iseo ospitano
una serie sculture, bozzetti e progetti grafici che documentano la produzione di Stefano Bombardieri dai primi anni Duemila ad oggi, comprese molte opere inedite. La selezione proposta consente di mettere in luce la compresenza, costante nel lavoro dell’artista, di immagini giocose e tematiche più profonde e meditative, per fornire chiavi di lettura molteplici e sovrapposte.

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