Le lezioni dell’anno scolastico 2024/2025 si sono appena concluse e per gli alunni è tempo di vacanze (fatta eccezione per chi è alle prese con gli esami di terza media o con la maturità).
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In Provincia però si pensa già al futuro e alla programmazione degli spazi per la didattica ma soprattutto si sta valutando l’introduzione della settimana corta.
“Con Apam e Agenzia per il Tpl abbiamo verificato la fattibilità dell’orario scolastico distribuito su cinque giorni e non più sui sei – spiega il presidente della Provincia Carlo Bottani -. Il nostro obiettivo è andare incontro alle esigenze manifestate dal mondo scolastico, migliorare l’organizzazione delle lezioni lasciando i ragazzi liberi il sabato, un po’ come accade in tanti altri paesi europei”.
Apprezzamento per il percorso di condivisione con alunni e docenti sulla proposta è stato espresso dal Dirigente dell’Ufficio Scolastico Daniele Zani: “Da subito abbiamo attivato un gruppo di lavoro per poter accompagnare gli istituti rispetto alla migliore organizzazione della didattica: ognuno dei due modelli, a cinque o sei giorni, ha punti di forza e criticità”.
Il dirigente dell’Area Trasporti della Provincia Sandro Bellini ha illustrato i risultati dello studio di Apam e Agenzia per il Tpl sulla riorganizzazione dei mezzi con tutte le scuole chiuse il sabato: “i due orari di uscita ipotizzati per garantire le corriere sono 13.50 e 16 con un costo aggiuntivo annuo, solo per gli istituti superiori con sede a Mantova capoluogo, stimato in circa 600 mila euro rispetto all’assetto attuale. Le criticità però sono soprattutto nel viadanese e nell’alto mantovano dove spesso per raggiungere le sedi scolastiche gli allievi utilizzano mezzi di trasporto di società operanti in altre Province”. Va meglio sul fronte dei consumi energetici dove la chiusura del sabato consentirebbe un risparmio nel riscaldamento.
“Sulla settimana corta abbiamo avviato un dibattito molto interessante con la Consulta studentesca – sottolinea il vicepresidente della Provincia Massimiliano Gazzani – e i giovani studenti ci hanno espresso le loro perplessità ma anche tante idee. Collegato al tema della settimana corta vi è quello del trasporto scolastico che dovrà essere di conseguenza riorganizzato con i costi che ne deriveranno, ma anche concepire una nuova cultura del vivere la scuola tale per cui sarà necessario fare sinergia con Regione Lombardia, Ministero dell’Istruzione e del Merito, oltre appunto che con tutte le parti in causa. Ci siamo dati appuntamento all’autunno per proseguire un lavoro che riteniamo assolutamente opportuno, nell’interesse della qualità della vita dei nostri studenti”.
“Le lezioni spalmate su cinque giorni per i licei si possono organizzare – afferma il consigliere provinciale Giuseppe Torchio che con il collega Francesco Rossi ha partecipato all’incontro -. Un po’ più complesso è studiare il giusto assestamento negli istituti a indirizzo tecnico dove le ore di lezione settimanali sono di più ed è legittimo chiedersi specie per i ragazzi che non risiedono nelle vicinanze della scuola a che ora torneranno a casa? Ecco allora che bisogna ragionare sui servizi, dai trasporti agli spazi dove far mangiare un pasto caldo agli alunni. C’è bisogno di una copertura economico – finanziaria per riorganizzare il tutto e Regione Lombardia e Governo dovrebbero dare un aiuto”.
“Ci riteniamo soddisfatti di quanto emerso – conclude Jacopo Antoniazzi Presidente della Consulta Studentesca -. Nei licei sono già passati a cinque giorni e con un monte ore settimanale sulle 30 sono soddisfatti del cambiamento. Invece in tutte quelle scuole, come ad esempio gli istituti tecnici oppure il liceo artistico che hanno un monte orario superiore alle 30 ore bisogna lavorare: il cambiamento altrimenti potrebbe essere abbastanza ostico da sopportare passando dai 6 ai 5 giorni in classe”.
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