Con amarezza una verità che i veneti di Padova e del Veneto conoscono bene: siamo intrappolati in una palude politica che – dichiara Fabio Bui esponente dei Popolari per il Veneto e già Presidente della Provincia di Padova – ha fatto naufragare la storica lotta per l’autonomia e ha ridotto la nostra classe dirigente a un vano gioco di spartizione di poltrone.

Questa palude è un luogo in cui prevalgono interessi predatori che soffocano ogni prospettiva di cambiamento. I nostri antenati, con coraggio e fatica, hanno costruito Venezia su milioni di pali; oggi, però, l’unica speranza è che il voto regionale possa risvegliare quel buon senso e quell’orgoglio che ancora contraddistinguono i cittadini di Padova e della nostra regione.
Il buon senso non consiste nell’aspettare concessioni da Milano o Roma: serve una ribellione democratica, e l’arma più efficace è il voto consapevole. Solo così – aggiunge Bui – potremo togliere spazio ai partiti nazionali che da troppo tempo trattano il Veneto come suddito. Chi non va a votare deve chiedersi se ha senso restare passivi di fronte a questa realtà e se i politici nazionali hanno davvero fatto qualcosa per Padova e il Veneto.
Anche Zaia, figura nota e apprezzata, ha potuto incidere concretamente solo in rare occasioni, come sul Prosecco e la Pedemontana, ma – prosegue l’esponente dei Popolari per il Veneto – è sempre il lavoro e l’impegno dei veneti a fare la differenza.
Spesso, incontrando i giovani di Padova, chiedo loro chi li rappresenti a Roma: quasi nessuno sa rispondere. Questo è un campanello d’allarme.
Alla domanda “cosa fare?”, rispondo senza esitazione: liberarsi dai partiti nazionali e costruire un partito regionale. Un progetto ambizioso, ma possibile, che rilancerebbe il Veneto, terra di grandi leader che hanno segnato la storia italiana ed europea.
Solo così Padova e il Veneto – conclude Fabio Bui – potranno uscire dalla palude e tornare a essere protagonisti del proprio destino.