di Maria Antonella Pratali

Il film di Mike Flanagan è tratto dall’omonimo racconto di Stephen King, contenuto nell’antologia intitolata Se scorre il sangue (Ed. Sperling & Kupfer). Questa volta il maestro dell’horror non ci strappa urla di terrore, ma è capace di farci sentire un tremore profondo: quello dell’umanità alle prese con il tempo che passa e con l’inevitabile addio. I fan di Stephen King si preparino quindi a qualcosa di molto diverso dal solito: niente clown assassini e mostri sotto il letto, ma una storia universale, che tutti ci riguarda.
Il film si sviluppa in tre atti raccontati al contrario: si parte dalla fine del mondo (vera o presunta?) per tornare indietro, verso la vita privata, le esperienze, l’infanzia e le ragioni profonde che hanno plasmato Charles “Chuck” Krantz (molto ben interpretato da Tom Hiddleston).
Chuck è un uomo comune, un contabile con i suoi sogni, ricordi, ferite e gioie. In questa “normalità”, King prima e Flanagan poi trovano il materiale per raccontare una storia malinconica ma anche piena di luce. Anche un contabile può meritarsi un film che celebra la sua vita. La scelta di partire dalla fine (III atto) è ben motivata: mette subito in gioco le domande: “Chi è Chuck? Perché lo ringraziano? Cosa ha fatto di straordinario quest’uomo?”. Le risposte arrivano piano piano, seguendo le vicende di un quotidiano che diventa insolito, in perfetto stile Stephen King. Il cuore del film è una scena di danza in mezzo alla strada, semplice, spontanea, liberatoria e coinvolgente. Un punto di svolta nella routine quotidiana, ma anche la celebrazione della quotidianità stessa, la danza della vita, fatta di gesti e movimenti piccoli e significativi.
In conclusione, il film è un inno all’umanità e a quei piccoli momenti che, insieme alle connessioni che siamo riusciti a stabilire con altri esseri umani, danno un senso al tutto. La voglia del regista di ampliare il racconto breve di King porta a qualche eccesso di lirismo, ma il risultato è comunque un viaggio poetico che riesce a emozionare.