Vigevano, successo dell’iniziativa su screening e prevenzione

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Ha avuto un buon successo, sabato mattina, l’iniziativa di sensibilizzazione allo screening in un’ottica di prevenzione del Partito liberaldemocratico e di Lombardia Civica, rappresentati rispettivamente da Barbarda Verza e da Enrico Chiapparoli. Di seguito pubblichiamo una riflessione di Barbara Verza:

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E’ stata una giornata intensa e significativa, dedicata alla prevenzione e agli screening, vissuta al nostro gazebo come un vero momento di condivisione, soprattutto con donne e giovani donne. Un’iniziativa che mi ha permesso di ascoltare, confrontarmi, ma anche riflettere su quanto ancora ci sia da fare sul tema dell’informazione e della sensibilizzazione.

Ho avuto il piacere di parlare con diverse persone: ragazze giovanissime, mamme, nonne. Alcuni momenti mi hanno colpita profondamente. Alla semplice domanda: “Sai cos’è lo screening?”, una giovane mi ha risposto candidamente: “No, non so che cosa significa”. Un’altra, con un po’ di imbarazzo, ha pensato si trattasse di un modulo scolastico.

Questo mi ha fatto capire, ancora una volta, quanto manchi un’informazione di base, quanto sia fondamentale continuare a esserci e a parlare.

Dall’altro lato, ho incontrato anche giovani donne di 18 anni che, purtroppo, hanno già vissuto esperienze personali legate a patologie tumorali. Queste ragazze si sono mostrate attente, aperte, empatiche. Hanno accolto le mie parole con interesse, senza quel senso di fastidio che spesso si può avvertire quando devi parlare di politica

La presenza di amiche e conoscenti, anche di orientamenti politici diversi, mi ha fatto riflettere su un aspetto importante: quando la politica si unisce su un tema come questo, allora raggiunge la sua massima espressione. La salute è di tutti, e dev’essere un tema che unisce, non che divide. Un tema che non dobbiamo trascurare

Oggi è stata una giornata faticosa, certo. . Ma io credo nella politica, quella che si fa sul campo, tra la gente, ascoltando e costruendo insieme. Il tempo dedicato a tematiche come questa non è mai tempo perso.

Dai confronti avuti, e anche da un piccolo sondaggio fatto, è emersa una richiesta chiara: le giovani donne vorrebbero accedere gratuitamente agli screening, senza doversi necessariamente rivolgere a servizi a pagamento o sperare in una visita gratuita offerta dalle associazioni di volontariato . Il mondo del volontariato colma spesso queste lacune, ma mi chiedo: perché lo Stato e la Regione Lombardia non possono estendere i programmi di screening anche alle giovani donne, visto che i dati ci dicono che, ad esempio, il tumore alla mammella è aumentato del 30% nella fascia tra i 25 e i 45 anni?

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