di Massimo Iaretti
Paolo Grimoldi, già deputato e segretario della Lega Lombarda, è attualmente socio fondatore e coordinatore del Patto per il Nord, associazione che aprirà la prima sede a Ponti sul Mincio domenica 26 gennaio. Giornalelombardoveneto.it gli ha rivolto alcune domande sullo stato dell’arte del Patto.
Come è nato il Patto per il Nord ?
Nasce perché una serie di vecchi saggi come Pagliarini, Leoni, Borghezio, Bernardelli che lamentavano tutti che facesse sindacato del territorio e difendesse le ragioni del Nord. Una volta c’era la Lega Nord che teneva la barra dritta in questa direzione, Oggi non c’è più esiste la Salvini Premier che è altra cosa.
Il Patto è un fenomeno lombardo ?
Assolutamente no perché tra i nostri aderenti ci sono anche esponenti che hanno avuto un ruolo nella Lega Nord in Umbria, Liguria, Toscana.
Tra i vostri associati ‘pescate’ tra gli ex leghisti ?
C’è chi è dentro la Lega, chi in Forza Italia, chi in Liste civiche, chi non ha partito. C’è una comune fede autonomista, federalista
Nella simbologia con il passato c’è una differenza ?
Non c’è Alberto da Giussano ma abbiamo trovato Pinamonte da Vimercate che si distinse per il suo contributo alla nascita della Lega Lombarda e viene collocato tra i principali oratori al Giuramento di Pontida del 1167.
Siete in contrapposizione alla Lega Salvini Premier ?
La Salvini Premier è un partito centralista, assitenzialista. Sottolineo un solo esempio: un emendamento di un parlamentare della Salvini Premier ha contribuito ad uno stanziamento in legge di bilancio per i forestali della Sicilia, che sono cinque volte più numerosi diquelli del Canadà, quello di un altro parlamentare dello stesso partito a strabilizzare quelli della Calabria. Niente si è visto in questo senso per le regioni del Nord.
In sostanza cosa è il Patto per il Nord ?
Una associazione di associazioni che fa politica
Vi presenterete ai prossimi appuntamenti elettorali ?
Non lo decido io, lo decideranno le donne e gli uomini che fanno parte dell’assocazione che ha raggiunto la quota di oltre 2000 iscritti in un mese e mezzo.
Il Patto, fatte tutte le premesse del caso, porta avanti un discorso di contrapposizione Nord/Sud ?
Non è un problema di carattere etnico ma etico, economico, di residuo fiscale, con un ritorno minimo rispetto a quanto la Lombardia manda a Roma. E questo vale anche per Veneto, Liguria, Piemonte, Emilia, Toscana.
In tutta la nostra conversazione manca un accenno a Umberto Bossi …
Umberto Bossi è colui che a gennaio 2024 ha suggerito per primo l’idea di tutto questo e ci ha spronato a fare. E’ sua la tessera numero 1 di Patto per il Nord. E lui che ci consiglia. Sta a noi lavorare e mettere in pratica il tutto.
Cosa farete nel prossimo futuro ?
Saremo sulla Milano-Meda, entrata in funzione nel 1958, dove viene posto un casello a pagamento dopo tanti anni, come avviene per la ‘Corda Molle’ di Brescia o per la Firenze – Pisa – Livorno. Inoltre non capiamo perché ci sono molte opere strategiche al palo per i nostri territori e poi si trovano i 15 miliardi per fare il Ponte sullo Stretto, senza peraltro risolvere i problemi della viabilità siciliana, dove capita anche che le trivelle si fermino per mancanza di acqua.