di Massimo Iaretti

Dall’8 marzo scorso un nuovo partito è comparso nella vita politica italiana, nato dalla confluenza di Orizzonti Liberali, NOS, Liberali Democratici Europei e Liberal Forum, ovvero il Partito Liberaldemocrtatico. Tra i suoi fondatori e leader c’è Luigi Marattin, economista e deputato. Lo abbiamo incontrato in occasione di una presentazione del suo libro ‘La Missione Possibile’ a Codevilla in provincia di Pavia,, occasione per rivolgergli un’intervista su quale sia la posizione del PLD, le sue priorità e, appunto la ‘missione possibile’.

Lei è stato uno dei principali esponenti di Italia Viva, cosa l’ha spinto a fare questo passo ?
La scelta di Renzi di tornare nel centro-sinistra. Non credo che quella possa essere una alternativa di governo credibile. Nel 1996 e nel 2006 per 2 volte c’è stata una coalizione larga che non ha fatto vincere Berlusconi ed è poi collassata. E allora c’erano personaggi di spessore.
E il Movimento 5 Stelle ?
Singolarmente credo che abbiano capito il danno enorme inflitto all’Italia con il loro uno vale uno. Però portano avanti il loro populismo. Populismo che è presente nel centro – sinistra con loro e che è presente nel centro – destra con la Lega. Due partiti che, pur agli antipodi, hanno governato insieme nel Conte Uno e hanno portato la Via della Seta, i russi in Italia.
Crede nel bipolarismo ?
Il bipolarismo non regge più, l’Italia non è un Paese anglossassone.
Mi indica tre vostre ricette per l’Italia ?
Ridurre in 5 anni il rapporto tra spesa pubblica e PIL per fermare la pressione fiscale che è esorbitante, poi liberalizzazione e riforma della concorrenza (energia, taxi, ecc.) e nucleare. Ma questi sono solo alcuni punti sintetici, il nostro programma è ampio e dettagliato.
Ritiene che il federalismo possa essere attuabile ?
Questa idea nacque alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso in un tempo in cui non c’era la globalizzazione. Oggi alcuni problemi devono essere affrontati non tanto in un’ottica nazionale ma come minimo europea, penso all’energia, flussi migratori, all’ambiente, alla ricerca, alla difesa. La soluzione sarebbe quella di attribuire agli enti locali alcune materie in modo chiaro e con un’autonomia finanziaria effettiva. Il vero federalismo è dare agli enti locali non tante materie ma in modo chiaro e con risorse.
Sulle province è favorevole al ritorno all’elezione diretta di presidente e consiglio provinciale ?
Sono contrario all’elezione diretta, piuttosto devono diventare effettivamente i centri servizi dei comuni .
Quale posizione assume il Partito Liberaldemocratico ?
Sempre al centro fuori da questa destra e da questa sinistra.