Sinistra Per Un’Altra Seriate: Orio al Serio, sta scoppiando la bolla del low cost ?

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Da Sinistra Per Un’Altra Seriate riceviamo e pubblichiamo:

Le tensioni di questi giorni tra Sacbo (società che gestisce lo scalo di Orio al Serio) e Ryanair per la soppressione di alcune tratte da parte della società aerea con sede a Dublino, mettono ancor più in luce l’assurdità di uno sviluppo incontrollato dell’aeroporto avvenuto a scapito della salute e dele qualità della vita dei cittadini e delle cittadine che risiedono nei comuni limitrofi.

Noi di “Sinistra per un’Altra Seriate” lo diciamo da tempo (l’abbiamo detto più volte anche in Consiglio Comunale) che vi è il rischio che prima o poi la bolla del low cost, spesso basata su bassi salari e lavoro precario, all’aeroporto di Orio rischi di saltare. E se ciò dovesse avvenire non sarebbe indolore in quanto, come risulta da uno studio del 2022 della stessa Sacbo riportato allora sulla stampa locale, deterninerebbe una perdita di circa 638 milioni di euro di Pil generato e di circa 12.919 posti di lavoro.

Questo è il rischio che si corre quando si basa lo sviluppo del territorio sul guadagno immediato perdendo la prospettiva di lungo termine che richiede invece una pianificazione di sistema. Il liberismo sfrenato di cui il capitalismo bergamasco e la classe dirigente orobica (imprenditori e politici) sono i principali artefici, ha costruito un mostro sempre in espansione che genera inquinamento (acustico e dell’aria) e che se dovesse saltare determinerebbe un deserto sociale ed economico che pagherebbero sulla loro pelle i lavoratori e le lavoratrici e non certo lorsignori, questi ultimi veri e unici responsabili di questa situazione.

Uno sviluppo tra l’altro contraddittorio quello dell’aeroporto in quanto, come riportato dalla stampa, l’utile di Sacbo era più alto nel 2007 (16 milioni di euro) quando i passeggeri erano 5.000.000 l’anno rispetto al 2023 (11 milioni di euro) quando i passeggeri sono arrivati a quasi 16.000.000. Inoltre su 473 milioni di incentivi che Sacbo riconosce alle compagnie aeree che lavorano in aeroporto ben 350 milioni vanno a Ryanair che gestisce l’80% del traffico low cost dello scalo bergamasco (un vero e proprio monopolio di fatto).

Non vogliamo essere cattivi profeti ma le tensioni tra Sacbo e Ryanair non fanno pensare a un futuro roseo tra le due parti.

Forse sarebbe ora di approfittarne per cambiare strada, per bloccare lo sviluppo dell’aeroporto, che ha già raggiunto un limite non più sostenibile, riducendo i voli (a partire da quelli notturni) e i passeggeri. Ciò al fine di tutelare la salute della cittadinanza e di iniziare a pensare di riconvertire la nostra economia in modo sostenibile ed ecocompatibile. Ciò richiede anche una riconversione ecologica del modello di trasporto che vede nella nostra realtà un sistema ferroviario in condizioni penose, dove sui treni pendolari si rischia la vita come successo nel tragico incidente di Pioltello in provincia di Milano nel gennaio 2018 dove morirono tre lavoratrici, di cui due bergamasche salite alla stazione di Treviglio, e ci furono 46 feriti.

Noi, insieme ai Comitati contro l’aeroporto, lo denunciamo da tempo ma la ricca borghesia bergamasca e la sua classe politica non ci hanno ascoltato prediligendo la logica del guadagno immediato e dell’arricchimento sfrenato di pochi a scapito dei molti.

Una logica stolta e per niente lungimirante.

Cambiamo strada prima che sia troppo tardi.

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