Il PPN dopo la ‘presa’ di Pontida: parla il segretario federale Roberto Castelli

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di Massimo Iaretti

Il Partito Popolare del Nord che alle ultime elezioni ha conseguito un seggio a Pontida, luogo simbolo nella storia dell’autonomia e del federalismo lombardo con Francesca Losi e per la prima volta da moltissimi anni la guida del Comune non è più di un esponente del Carroccio. Con Roberto Castelli, segretario federale del Partito Popolare del Nord tracciamo un breve bilancio.

Cosa è successo a Pontida ?

Ci siamo accorti che gli elettori non avrebbero più trovato nei vari schieramenti elettorali la parola Nord. Per noi, che siamo stati leghisti della prima ora, considerato il valore storico che Pontida ha sia per la storia della Lega, sia per la storia lombarda questo non doveva accadere. In poco tempo abbiamo creato una lista, raccolto le firme e l’abbiamo presentata. Ho ‘ordinato’ a Francesca di candidarsi a sindaco, poi studiando i bilanci, parlando con la gente, abbiamo avuto sentore che si sarebbe potuto portare un contributo di natura amministrativa. Francesca Losi è stata eletta con circa 250 preferenze che non sono poche. Ci sono le condizioni per lavorare per questo paese.

Più in generale com’è andata al PPN in questa tornata elettorale ?

Stiamo tirando le somme. Siamo nati da poco e la gente deve ancora conoscerci e conoscere le idee che portiamo avanti. Se prima il confronto era Nord/Sud ora è destra/sinistra e certi temi paiono dimenticati ma la Questione Settentrionale esiste. Sul piano del consuntivo come dicevo stiamo tirando le somme: abbiamo un vice sindaco in Umbria, nella Marche, in Piemonte, in Veneto ci sono alcuni consiglieri comunali che vorrebbero dichiarare la loro appartenenza.

La legge sulla autonomia differenziata …

E’ uno specchietto per le allodole. Per le materie che contano occorre finanziare i Lep ma c’è uno studio dello SVIMEZ che ha calcolato che saranno necessari 80 – 100 miliardi per equiparare Nord e Sud (per scuole, sanità, grandi reti di comunicazione, energia). La legge così concepita è inaccettabile. Passato questo periodo di contestazioni ci diranno: avete voluto l’autonomia tenetela.

Nel vostro nome avete la parola Popolare. C’è un’assonanza con la CSU bavarese. ?

Sono arrivato alla conclusione che se vogliamo chiedere qualcosa a Roma l’unico mezzo è avere un partito forte al Nord sul tipo della CSU che sia veramente il ‘Sindacato’ del Nord.

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